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Usa / Cuba

NEW YORK - Barack Obama e Raul Castro hanno annunciato in contemporanea oggi la fine di una delle ultime vestigia della Guerra Fredda: Stati Uniti e Cuba hanno deciso di normalizzare i rapporti, di ristabilire relazioni diplomatiche e di aprire canali di cooperazione economica, commerciale e nei viaggi. Una svolta resa possibile, ha rivelato il presidente statunitense, da lunghe trattative, da aperture reciproche e dall'incoraggiamento sia del Canada che del Vaticano di Papa Francesco, ringraziato espressamente da Obama.

«Siamo davanti ai più grandi cambiamenti nella nostra politica su Cuba in oltre 50 anni, metteremo fine a un approccio obsoleto e che per decenni ha fallito nel promuovere i nostri interessi - ha annunciato Obama - Né il popolo americano né quello cubano vengono aiutati da una politica che ha radici in eventi che hanno avuto luogo prima che la maggior parte di noi fosse nata». Ancora: «Lasciamoci alle spalle l'eredità sia del colonialismo che del comunismo, la tirannia di cartelli della droga e di elezioni fasulle».
E ha continuato: «Credo che possiamo fare di più per sostenere il popolo cubano e i nostri valori attraverso una politica di impegno costruttivo. Questi cinquant'anni hanno mostrato che l'isolamento non funziona. È ora di un nuovo atteggiamento. Spingere Cuba verso il collasso non è nell'interesse americano».

I cambiamenti annunciati, ha precisato, «renderanno più facile per gli americani viaggiare a Cuba. Nessuno rappresenta meglio i valori americani dello stesso popolo americano e sono convinto che questi contatti consentiranno al popolo cubano di avere un maggior controllo del proprio destino». Obama ha indicato che intende coinvolgere il Congresso per un completo percorso di normalizzazione delle relazioni: «Serve un onesto e serio dibattito sulla cancellazione dell'embargo contro Cuba».
Lo storico annuncio è giunto al termine di intense iniziative di disgelo: ieri i due leader hanno avuto una lunga telefonata di oltre 45 minuti, il primo contatto di simile livello presidenziale dal 1961.

L'Avana ha rilasciato il 65enne Alan Gross, per cinque anni detenuto nelle carceri cubane e giunto questa mattina alla base militare statunitense di Andrews. Gross era stato arrestato mentre lavorava per la Usaid, agenzia governativa volta a promuovere la democrazia, per collegamenti internet a vantaggio di comunità ebraiche che evitassero la censura ufficiale. Washington ha anche ottenuto un scambio di agenti di intelligence, con la liberazione di uno 007 non statunitense ma al servizio della Cia in carcere da vent'anni e di tre cubani in carcere negli Usa e parte di un gruppo noto come i Cuban Five condannato nel 2001 e che aveva operato nella Florida meridionale.

Negoziati segreti tra le parti erano inoltre in corso da oltre un anno in Canada e presso il Vaticano tra funzionari statunitensi e cubani. L'amministrazione americana ha fatto sapere che Papa Francesco ha svolto un ruolo diretto e cruciale nella svolta: ha inviato missive sia a Obama che a Castro durante l'estate, facendo esplicito appello a una ripresa dei rapporti bilaterali tra i due paesi.

Il riavvicinamento vedrà, in dettaglio, l'apertura di una vera ambasciata statunitense a L'Avana e visite reciproche di delegazioni governative. Il divieto ai viaggi verrà allentato, per ragioni educative, visite di familiari, attività a livello governativo. Il turismo rimarrà tuttavia per ora vietato. Americani autorizzati a recarsi a Cuba potranno rientrare negli Usa con merci per 400 dollari, compreso tabacco - i sigari cubani - e alcolici entro i cento dollari. Le rimesse possibili da parte degli americani verso famiglie cubane aumenteranno a 2.000 dollari da 500 dollari per trimestre.  Dopo l’annuncio di Obama, il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che il presidente americano vuole giungere alla fine dell'embargo contro Cuba entro la fine del suo mandato, nel 2016.

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