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Governo, il piano di Letta: rinvio Iva, ma l’Imu non sarà cancellata

Letta:

La tassa sulla casa in base al reddito e al valore catastale. Abolito il cuneo fiscale per le aziende che assumono giovani

ROMA - Enrico Letta ancora non ha dato la brutta notizia ad Angelino Alfano. «Ne parleremo a luglio». Ma per poter rinviare il previsto aumento dell’Iva, il premier sta pensando di non cancellare del tutto l’Imu sulla prima casa. «Non per cattiveria», dicono a palazzo Chigi, «ma perché la coperta è corta e se tiri fuori 2 miliardi per rinviare lo scatto dell’Iva, poi non ne hai altri 4 per annullare l’Imu».

Lo schema su cui lavorano il premier e i tecnici del Tesoro è una rimodulazione della tassa sulla casa, basata sull’Isee (l’indicatore di ricchezza) e il valore catastale dell’immobile. Un mix che dovrebbe permettere l’esenzione dall’Imu dell’80-85% delle famiglie, «colpendo solo i proprietari più ricchi di immobili di prestigio». «Non possiamo colpire famiglie e imprese in difficoltà con l’aumento dell’Iva», teorizza Stefano Fassina, viceministro Pd all’Economia, «e poi eliminare l’Imu sulla prima casa a zio Paperone».

RINVIO SELETTIVO
Eppure, dato che «soldi non ce ne sono», anche il rinvio dell’Iva - reso ancora più urgente dopo la contestazione al ministro Zanonato - potrebbe essere fatto «in modo selettivo», esentando solo le categorie merceologiche riconducibili al capitolo “beni essenziali”.

I DECRETI IN ARRIVO
Ma questo dossier per ora è tenuto da Letta nel cassetto. «Abbiamo tempo fino al 30 giugno, dicono i suoi. Nei prossimi giorni (è slittato il Consiglio dei ministri fissato per domani), invece, il governo varerà uno, forse due decreti, più un disegno di legge. Il ddl riguarderà le semplificazioni a favore delle imprese. Lo slogan: «Basta burocrazia che frena la crescita». Il “decreto del fare” invece conterrà misure per l’occupazione giovanile e per lo sviluppo. Per i giovani sta prendendo quota l’idea di azzerare per due anni il cuneo fiscale a favore delle aziende che assumono a tempo indeterminato disoccupati under 30. Per le imprese è previsto l’ampliamento da 2 a 4 miliardi del fondo di garanzia per il credito e la riedizione della legge Sabatini in soccorso delle aziende che acquistano nuovi macchinari o attuano un rinnovo dei processi produttivi (lo Stato pagherà gli interessi delle rate). Non è escluso poi l’abbassamento da 500 a 50 milioni della soglia oltre la quale scatta la defiscalizzazione delle opere infrastrutturali: il Tesoro sta valutando la compatibilità con i conti.

IL TAVOLO EUROPEO
A corto di fondi, Letta gioca la partita anche (e soprattutto) sul tavolo europeo. Domani a Roma il premier celebrerà un vertice tra i ministri del Lavoro e dell’Economia di Italia, Spagna, Germania e Francia. Obiettivo: «Voglio ottenere fatti concreti a favore dell’occupazione giovanile». Traduzione: Roma punta a incassare la riprogrammazione dei fondi strutturali non utilizzati dalle Regioni, l’anticipo al 2014 del Fondo europeo di garanzia (Youth guarantee) per i giovani (6 miliardi di cui 800 milioni per l’Italia grazie al cofinanziamento) e la possibilità di non conteggiare nel deficit gli interventi a favore del lavoro giovanile. In più il governo italiano sta facendo pressione sugli alleati e su Bruxelles affinché la Banca europea per gli investimenti (Bei) adotti «degli strumenti innovativi» a favore delle piccole e medie imprese. «Siamo a buon punto», garantiscono a palazzo Chigi.

Fonte articolo:il messaggero

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