Negli ultimi anni la depressione si sta diffondendo in occidente con un ritmo preoccupante. Secondo alcune ricerche dell'OMS (Organizzazione mondiale della sanità) il 20%, se non addirittura il 30% delle persone oggi soffrirebbe depressione. Ma assieme alla depressione, è andato crescendo il mercato degli psicofarmaci: negli ultimi 50 anni la ricerca farmacologica ha prodotto almeno 4 classi diverse di psicofarmaci sempre più mirati (gli Imao, i triciclici, gli SSRI - tipo il prozac - e gli SNRI); nonostante ciò, la patologia che questi psicofarmaci dovrebbero curare, cioè la depressione, si diffonde a macchia d'olio. Come si spiega? Perché gli psicofarmaci in realtà non curano il disturbo, ma solo i suoi sintomi.
La depressione va accolta, gli psicofarmaci si limitano a nasconderla
La depressione rappresenta in realtà, nella stragrande maggioranza dei casi, un segnale - pur doloroso - che qualcosa nella nostra vita e nel rapporto con noi stessi e con gli altri non sta andando come dovrebbe e per questo ci stiamo... spegnendo. Gli psicofarmaci, eliminano non le cause ma proprio il segnale che la depressione sta lanciando, impedendo a chi soffre di percorrere quel percorso di autocoscienza indispensabile alla guarigione (percorso attivabile ad esempio attraverso la psicoterapia). Dovremmo inoltre considerare che in realtà non esiste "la depressione": ad esistere sono le persone depresse. Inevitabilmente gli psicofarmaci forniscono una risposta unica a situazioni molto diverse, non considerando molteplici forme del disagio.
Se ad ogni disturbo compare un farmaco, diventiamo più deboli
Il grande aumento dei consumi di psicofarmaci è figlio di un tendenza generale caratteristica della nostra epoca per cui a ogni disturbo, piccolo o grande che sia, la medicina contemporanea fa subito corrispondere un farmaco. Col risultato di indebolire le difese naturali del sistema immunitario. Oltre a non essere curativi, gli psicofarmaci hanno effetti collaterali anche gravi (fra i quali alterazioni significative del ciclo sonno/veglia, dell'appetito, del desiderio sessuale) che vengono spesso sottovalutati.
Quando gli psicofarmaci possono aiutare
Esistono dei casi in cui gli psicofarmaci diventano indispensabili? Purtroppo si. Durante i cosiddetti episodi depressivi maggiori possiamo avere crisi acute e stati di malessere molto profondi che a volte sfocino in comportamenti disperati e autolesivi. Queste forme di depressione in realtà non superano l'1% della popolazione malata. In questi casi gli psicofarmaci sono necessari (sempre dietro prescrizione medica) ed è raccomandabile anche un percorso di psicoterapia, per non limitare l'intervento al solo fatto sintomatologico.