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Nuovo allarme del ministro dell'Interno: "Non possiamo pagare solo noi il prezzo dell'instabilità creata in Libia". E sul no di Lombardia e Veneto alle quote di immigrati: "L'Italia non può lasciare sola la Sicilia". Il capo della Farnesina, Mogherini: "Nessuno si volti dall'altra parte"

CATANIA - "Cosi com'è l'operazione Mare Nostrum non può andare avanti: siamo assolutamente certi di avere fatto il bene, ma altrettanto certi che così non si può andare avanti perché il Mediterraneo è una frontiera europea e noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa, non di chi vuole venire a Pozzallo, Augusta o Porto Empedocle". Lo ha affermato il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, a conclusione di un incontro nella prefettura di Catania sull'emergenza sbarchi dopo l'ultima tragedia del mare al largo della Sicilia.

 

L'Europa non può non aiutarci". "Noi salviamo le vite di chi vuole andare in Europa - ha aggiunto Alfano - e quindi o l'Europa si fa carico di un'operazione di ricerca dei possibili naufraghi, di salvezza e di intervento umanitario nel Mediterraneo oppure la mia proposta sarà quella di non proseguire l'operazione Mare nostrum". Sulla stessa linea il ministro degli Esteri, Federica Mogherini: il governo "sta facendo già moltissimo con Mare Nostrum, il punto è che di fronte a questa tragedia nessuno può pensare di voltarsi dall'altra parte. Noi non ci giriamo dall'altra parte ed è bene non lo faccia nemmeno l'Europa e tutta la comunità internazionale".

 

"Instabilità in Libia creata da altri". Alfano ha citato le responsabilità della comunità internazionale e di "tutti coloro i quali hanno creato la instabilità" in Libia mandando a casa il regime di Gheddafi. In merito il ministro dell'Interno non ha espresso giudizi, ma "l'esito finale dopo alcuni anni - ha osservato il ministro - è l'instabilità di quel Paese, e adesso dal Corno d'Africa vanno tutti ad imbarcarsi dalla costa libica". Questo è "un conto" che, ha osservato il ministro, "non può pagare la sola Italia, o la sola Sicilia all'interno dell'Italia". Alfano ha annunciato che "il lavoro che si è sviluppato a Catania sarà replicato, con riunioni periodiche per affrontare in Sicilia il tema dell'emergenza migranti".
 
"Nessuno lasci da Sicilia da sola". Allo stesso tempo, però, Alfano ha a sua volta esortato le singole regioni italiane a non lasciare da solo lo Stato, dopo il no di Lombardia e Veneto sulle quote di accoglienza per smistare gli immigrati giunti al Sud del Paese. "La situazione in Sicilia è veramente pesante. La prima considerazione è il sentito ringraziamento al popolo siciliano e alle comunità che hanno dato tanto per usta situazione difficile. Il 97 per cento degli sbarchi interessa la Sicilia, e il 34 per cento delle presenze nei centri d'accoglienza grava sulla Sicilia. Come diciamo che l'Europa non può voltarsi dall'altra parte rispetto l'Italia, l'Italia non può lasciare sola la Sicilia. Questo popolo ha avuto grande umanità, ma non bisogna sottoporre la pazienza dei siciliani a un peso insopportabile".

Unità di missione con i sindaci. "Faremo una unità di missione al Viminale", ha poi annunciato il ministro, "che avrà a che fare 24 ore su 24 con i sindaci coinvolti dall'emergenza immigrazione. In Sicilia ci sarà una una gestione delle soluzioni che coordinata e collegata all'azione delle prefetture e dei questori. Faremo una scelta che è di collaborazione diretta con i sindaci e che va nella direzione di collaborazione che tiene al centro i Comuni, perchè lì si sta verificando il vero dato di sofferenza".

Novità sul diritto di asilo.
Infine, Alfano ha anche accennato a una riforma del diritto di asilo. "Porteremo a 50 le Commissioni che esaminano le domande dei richiedenti asilo per fare sì che non ci siano disfunzionalità che creano lentezze. In questo modo", ha aggiunto, "chi ha diritto all'asilo potrà dire 'ho diritto all'asilo' e noi da lì faremo una battaglia in Europa perché il loro diritto possa essere esercitato. Chi non ha diritto all'asilo deve essere rapidamente rimpatriato".

FONTE ARTICOLO:REPUBBLICA.IT

 

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