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Ilva, Riva: a rischio continuità aziendale Vendola: Amministrazione straordinaria e Riva fuori
28 maggio, 13:41
ROMA - Il sequestro deciso dai magistrati di Taranto mette a rischio la continuità aziendale" dell'Ilva. Lo segnala una nota emessa dopo il Cda di Riva Fire. In prima battuta "il provvedimento rischia di compromettere l'iter per l'approvazione del piano industriale 2013-2018 avviato da ...mesi, sia da Ilva che da Riva Fire". Il consiglio di Riva Fire, riunito a Milano in sessione straordinaria per esaminare le conseguenze dei provvedimenti di sequestro effettuati dalla magistratura di Taranto lo scorso 24 maggio, "ha espresso forte preoccupazione poiché il provvedimento rischia di compromettere l'iter per l'approvazione del piano industriale 2013-2018 avviato da mesi, sia da Ilva che da Riva Fire, e che, supportato da adeguati test di impairment di esperti indipendenti nonché da analisi di sostenibilità finanziaria effettuate da primari advisor, era ormai prossimo al termine" "Il perseguimento di tale iter avrebbe consentito sia il rispetto di tutti gli obblighi Aia sotto il profilo industriale e finanziario, sia l'approvazione del bilancio nei termini di legge in situazione di continuità aziendale", aggiunge il comunicato della società della famiglia Riva spiegando che "l'interruzione di tale processo causata dal sequestro può invece portare a una situazione fuori controllo, anche con possibili ripercussioni occupazionali per circa 20.000 dipendenti diretti in Italia e almeno altrettanti nel cosiddetto indotto". Intanto la Corte di Cassazione ha confermato gli arresti domiciliari per Emilio e Nicola Riva, patron dell'Ilva, e per l'ex direttore dello stabilimento di Taranto, Luigi Capogrosso. La prima sezione penale ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa contro l'ordinanza del riesame del 23 ottobre scorso, che aveva detto no alla liberazione. Sull'Ilva il presidente del Consiglio Enrico Letta, nell'incontro oggi a pranzo con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, "é apparso molto preoccupato. Ma non ha detto che cosa intende fare il governo". E si è tentuto il vertice sull'Ilva al Ministero dello Sviluppo Economico. Oltre al titolare del Ministero di via Veneto, Flavio Zanonato, erano presenti il ministro dell'Ambiente, Andrea Orlando, il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, il governatore della Puglia Nichi Vendola, e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. Per l'azienda partecipano i vertici dimissionari: l'amministratore delegato, Enrico Bondi e il presidente Bruno Ferrante. Le parti sono state convocate da Zanonato dopo le dimissioni dei vertici dell'azienda, che hanno fatto seguito al maxi-sequestro di 8,1 miliardi di euro. Per il leader della Fiom-Cgil, Maurizio Landini,  è  "necessario dare all'Ilva un diverso assetto proprietario che, escludendo la famiglia Riva, ridia fiducia a tutti quelli che hanno a che fare con l'Azienda e ridia forza al suo progetto industriale. A questo scopo è altresì necessario un intervento diretto dello Stato, a carattere straordinario, che, come peraltro previsto dalla legge 231 del 2012, ne muti assetto proprietario e struttura gestionale". Landini insiste anche sulla necessità di definire una politica industriale che manca "da un tempo troppo lungo" per il settore siderurgico. Questo "sia per salvare l'impresa, con tutto ciò che questo significa, sia per garantire gli investimenti necessari al risanamento ambientale", afferma Landini in una nota, spiegando che "non si tratta certo di rispolverare le vecchie Partecipazioni statali, ma di applicare le leggi già esistenti avendo di mira la salvaguardia non solo di una grande azienda, ma di un intero settore industriale". "A noi - ha dichiarato il sindaco di Taranto Ippazio Stefano  - interessano la salute, e in fretta, e il lavoro. Qualunque sia la strada". Il sindaco si è anche rivolto direttamente alla famiglia Riva invitandola a "non tirare troppo la corda, perché questo peggiora le cose". Al governo, invece, Stefano chiede di "essere garante" perché "in questo momento Taranto non può fare a meno dell'Ilva. Sull'Ilva "é importante che il governo dimostri di esserci" ha detto il ministro per le Infrastrutture Maurizio Lupi. Lupi ha spiegato che "é assolutamente strategico questo settore non solo per i posti di lavoro, ma per quello che rappresenta nell'economia italiana". A chi gli chiedeva di un possibile intervento pubblico sull'Ilva, il ministro ha replicato: "Non credo sia all'ordine del giorno". "Da tre mesi - ribadisce il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi - continuiamo a dire che sull'Ilva si gioca una partita decisiva per il futuro del Paese". Lo ribadisce il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, a margine della presentazione di 'Made Expo 2013'. "Senza una soluzione sull'Ilva - prosegue - l'Italia è destinata ad uscire da novero dei Paesi industrializzati". "L'Ilva è un caso emblematico, ci sono in ballo 40 mila posti di lavoro". Sulla nazionalizzazione invece, "non mi posso esprimere". Per Epifani, segretario del Pd, "La questione delle acciaierie in Italia, dall'Ast, all'Ilva, alla Lucchini, richiede da parte del Governo "una particolare attenzione". Per l'Ilva - sostiene il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra - bisogna "trovare una soluzione che tenga insieme tutte le questioni aperte, con un obiettivo comune di tutte le parti chiamate in causa che è quello della continuità produttiva e dell'attuazione di quanto stabilito dall'Aia. Non si possono mettere a rischio un intero settore strategico per l'Italia e il futuro di migliaia di lavoratori". "La strada del risanamento dell'azienda, della sua continuità produttiva, del rispetto delle prescrizioni dell'Aia - insiste Sbarra in una nota - è l'unica in grado di assicurare un vero risanamento ambientale, di scongiurare un gravissimo problema sociale e di tenere insieme le ragioni dei cittadini e dei lavoratori. Chiediamo quindi un intervento forte al nuovo ministro dello Sviluppo economico e al presidente del Consiglio perché nelle riunioni programmate nei prossimi giorni si trovino delle soluzioni, anche straordinarie, per garantire il mantenimento in attività di tutti i siti produttivi dell'Ilva". Fonte: ANSA.it
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