La pressione fiscale nel nostro Paese si attesta al 54%, ai vertici tra le economie avanzate
Secondo i dati del rapporto sull'economia sommersa stilato da Confcommercio, la pressione fiscale effettiva si attesta quest'anno al 54%, al top fra le economie avanzate. Si tratta del gettito osservato in percentuale di Pil emerso. La pressione fiscale apparente, secondo calcoli prudenziali che non includono aumenti Iva, è invece al 44,6% del Pil nel 2013.
Nello studio, Confcommercio fa notare inoltre che nel periodo 2012-2013 l'economia sommersa in Italia è stata pari al 17,4% del Pil: 272 miliardi di imponibile che ogni anno vengono sottratti al fisco.
L'intervento del presidente Sangalli - Partendo dai dati illustrati, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che la priorità economica è quella di "ridurre l'attuale pressione fiscale, che è incompatibile con qualsiasi concreta prospettiva di ripresa". Ha quindi indicato che la necessità è quella "di un patto tra tutti i contribuenti in regola e tra questi contribuenti le istituzioni e l'amministrazione finanziaria, per aprire finalmente una stagione in cui le tasse e la crescita non siano più incompatibili".
Le misure urgenti - Nell'immediato, quindi, secondo Sangalli, "va innanzitutto scongiurato l'ulteriore aumento dell'Iva" con una "necessaria riflessione da parte del governo per trovare le coperture per la definitiva cancellazione" dell'aumento dell'aliquota dal 21% al 22%. "Non vediamo, infatti, alternative a questa decisione, perché l'aumento sarebbe un ulteriore mazzata per famiglie ed imprese e costituirebbe un colpo mortale per la domanda interna per consumi e investimenti, che rappresenta l'80% del Pil".
Sangalli ritiene "essenziale" anche la revisione dell'Imu sui beni strumentali delle imprese, compresi negozi ed alberghi, annunciata dal ministro Zanonato, "per i quali dev'essere consentita la deducibilita' non solo dalle imposte sui redditi ma anche dall'Irap".