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Pubblicato Lunedì, 22 Dicembre 2014 16:00
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Il Senato nella notte conferma i tagli alla Regione

PILI: FURTI DI STATO CONFERMATI CON I VOTI DEI SARDI

IN UN MESE TAGLIATI ALLA REGIONE 870 MILIONI DI EURO

“Il Senato conferma il furto di Stato alla Sardegna. E nel giro di un mese spariscono dalle casse della Regione ben 878 milioni di euro. 388 tagliati dalla legge di stabilità e 470 tagliati dal fondo di coesione nel famigerato decreto dei petrolieri del mese scorso. Le balle di viale Trento si schiantano sulla verità degli atti e delle leggi. In queste ore le bugie di Viale Trento si susseguono. Le notizie sulle entrate sono solo finte e trucchi di Stato per nascondere i fatti, inconfutabili perchè messi nero su bianco nelle leggi approvate in queste ultime ore. Con la manovra appena approvata al Senato lo Stato taglia alla Sardegna altri 388 milioni di euro, che si sommano ai 470 tagliati con il decreto sbocca affari dei petrolieri del mese scorso. Tutti provvedimenti votati dai parlamentari sardi di maggioranza senza che niente venisse fatto per bloccare il furto. Questo provvedimento di pseudo stabilità è l'ennesima dimostrazione della strategia del governo Renzi messa in atto con la complicità di Pigliaru e compagni: accettano un taglio di mille e poi gridano alla vittoria quando lo Stato gli restituisce cento. Si tratta del maledetto gioco delle tre carte che sta mettendo in ginocchio la Sardegna, i comuni e le imprese. I tagli contenuti nella legge di stabilità sono illegittimi sotto ogni punto di vista. Prima di tutto perchè sono in violazione dello Statuto e poi perchè le somme vengono trattenute dallo Stato indebitamente soprattutto dopo che la Corte Costituzionale aveva censurato duramente l'accantonamento previsto nel comma 402. Un vero e proprio sequestro di risorse senza che la regione abbia osso un dito per impedirlo. Ad oggi la giunta regionale non ha annunciato l'intenzione di impugnare nessuna legge che taglia risorse alla Sardegna. Tutto questo è semplicemente vergognoso”.

Lo ha dichiarato poco fa il deputato sardo di Unidos Mauro Pili dopo che il senato ha formalmente trasmesso per l’ultimo passaggio alla Camera la legge di stabilità che a questo punto non sarà più modificata.

“La vergogna sta nel fatto che Renzi taglia alla Sardegna altri 400 milioni ma nessuno dice niente. Tutti gli esponenti della maggioranza, parlamentari e regione, restano in un silenzio assordante. Una vergogna indegna sotto ogni punto di vista. Continua il vergognoso gioco delle tre carte con la Regione sarda che continua a perdere risorse ingenti, tutto sull’altare del pareggio di bilancio. La nuova mannaia si abbatte sulla Sardegna con la scusa della riduzione della spesa pubblica. Riduzione, l’ennesima, a carico della Sardegna che anche in questa legge di stabilità non incassa un solo euro in termini di interventi economici e infrastrutturali. Per le regioni del nord miliardi stanziati per strade e ferrovie, per pagare trasporto pubblico e sanità, per la Sardegna nemmeno un euro, semmai nuovi gravissimi tagli. Una regione inerme e incapace che gioisce anche quando subisce tagli di portata straordinaria come questo o quello inferto sul decreto cosiddetto Sblocca trivelle. Assistiamo ad un assessore al bilancio che in pieno consiglio regionale indica in 700 milioni gli euro che lo Stato deve alla Sardegna in base alle riserve erariali. Renzi ne restituisce meno di un terzo, 230 milioni, e loro gioiscono dell’ennesimo furto. Siamo dinanzi ad una giunta incapace di difendere la Sardegna e che continua ad accettare da parte del governo nazionale ogni tipo di schiaffo, da quello economico a quello costituzionale. Al comma 400 della legge di stabilità il taglio è netto di 97 milioni di euro per il 2015/16/17/18. Quattro anni di tagli che corrispondono esattamente ad un furto di 388 milioni di euro. Un disastro ulteriore per le casse della Regione”.
“E’ una legge che ancora una volta viola palesemente le decisioni della Corte Costituzionale in materia di finanza legata al rispetto degli statuti speciali. Il concorso alla finanza pubblica infatti deve avvenire per quanto riguarda le regioni a statuto speciale attraverso una intesa istituzionale, ovvero con l’accordo delle regioni. Tutto questo invece sta avvenendo con l’arroganza propria di questo governo incapace di rispettare anche le più elementari regole costituzionali. Con una legge ordinaria si tenta maldestramente di cancellare la potestà finanziaria concorrente della regione. Sono gli stessi dossier della Camera a far rilevare che l’ennesimo taglio alla Regione Sardegna, si realizza attraverso l’accantonamento aggiuntivo delle quote di compartecipazione ai tributi erariali spettante alla regione. Ovvero lo Stato si trattiene 97 milioni di euro all’anno per 4 anni, per complessivi 388 milioni, obbligando di fatto la Regione a tagliare le proprie spese del medesimo importo, sia in termini di competenza che in termini di cassa. Tutto questo comporta un vero e proprio ulteriore disastro finanziario per la Regione. Un taglio ulteriore che si somma a quelli subiti alle entrate della Regione negli ultimi anni, e nell’ultimo anno in particolar modo, senza alcun tipo di reazione da parte di una Regione sempre più prona agli ordini di partito e di maggioranza. Questa legge di stabilità è incostituzionale perché lede le prerogative della regione Sardegna. Se la Regione – conclude Pili - non dovesse impugnarla sarà ancora più evidente la sua complicità con Renzi a scapito della Sardegna e dei comuni sardi che pagheranno duramente questa scellerata sudditanza con Roma”.

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