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L’area fra i 300 metri e i 10 chilometri dal mare ha rischiato di essere declassata Poi la giunta ha cambiato idea e ha confermato l’inviolabilità del territorio.

L’area fra i 300 metri e i 10 chilometri dal mare ha rischiato di essere declassata Poi la giunta ha cambiato idea e ha confermato l’inviolabilità del territorio

 

CAGLIARI. Il Piano paesaggistico dei sardi è un puzzle in evoluzione: giorno dopo giorno si aggiungono altri tasselli, pubblicati on line, e la figura comincia a prendere forma. Seppure all’appello manchi ancora la relazione introduttiva, che è fondamentale per capire la filosofia del Pps e che sarà in Rete solo oggi, fra atlanti, mappe, tavole e repertori l’operazione revisione e aggiornamento è delineata. Giusta o sbagliata che sia lo diranno altri, a cominciare dal ministero e dal Tar, per ora sul tavolo ci sono queste carte e delle direttive del Pps bisogna discutere.

Fascia costiera. Dalla prima bozza dell’anno scorso, il Piano paesaggistico è cambiato fino a subire una profonda metamorfosi. È vero, ad esempio, che all’inizio dello studio, quando i tecnici erano ancora impegnati a stendere le linee guida – la fascia costiera ha rischiato di capitolare. È l’area che va oltre i 300 metri dalla battigia (inviolabili, a parte le deroghe previste dal sempre contestato Piano casa) fino a un massimo di 10 chilometri, anche se in media non supera i 2000 metri, che ha rischiato di essere declassata e meno tutelata. L’orientamento del 2012 era quello di catalogare la fascia costiera come «area ad alta intensità di tutela» che è ben altra cosa rispetto ai vincoli previsti quando lo stesso territorio è incluso invece fra i beni paesaggistici.

Atti di coordinamento. Il pericolo è stato corso, ma la giunta è ritornata (per fortuna) sui suoi passi e non si è lasciata travolgere da spinte speculative, almeno in questo caso. Come nel Ppr del 2006 anche nel Pps la fascia costiera era e resterà un bene paesaggistico – l’elenco è rimato lo stesso ed è quello concordato sette anni fa col ministero ai Beni culturali – e perciò continuerà a essere tutelato. Per ogni intervento, servirà quindi l’autorizzazione paesaggistica e senza quella non sarà possibile costruire.

Con in più un altro particolare: col Pps diventeranno impossibili le scorciatoie, spesso criticate, delle intese destinate – a detta degli accusatori – a lasciare troppa discrezionalità alla Regione, tagliando fuori di fatto le amministrazioni locali. Nel Piano paesaggistico dei sardi, le intese sono state sostituite dagli “atti di coordinamento Regione-Comuni”, con i Comuni che ritorneranno a essere protagonisti anche nei casi dubbi.

Beni identitari. Su questo elenco la revisione è stata incisiva, con una rivisitazione quasi completa delle tavole del 2006. Una prima analisi di quanto finora è stato pubblicato sul sito della Regione fa intuire che l’intervento si è tradotto in una vera sforbiciata. Quello che è accaduto per il territorio del Comune di Sassari è di sicuro fra gli esempi più chiari: passerà da un carico di 480 beni identitari individuati nel Puc a 128. Stando a quanto si intuisce, solo la relazione potrà spiegarlo meglio, il criterio è stato quello di accertare sul campo se ciascun bene del 2006 potesse ancora godere o meno del regime di tutela.

Scartati quelli non ritenuti più idonei (e questo argomento potrrebbe essere uno dei temi su cui s’ incentreranno i ricorsi al Tar), per ogni monumento è stata predisposta una scheda dettagliata.

Ecco un esempio: nel comune di Budoni, è stata confermata lo status della chiesa di San Pietro con i suoi due livelli di tutela. Quello integrale prevede «unicamente opere di manutenzione ordinaria e straordinaria e il restauro conservativo». Quello condizionato invece «ammette solo interventi destinati al miglioramento delle strutture pubbliche», con «il divieto a introdurre qualunque elemento tecnologico che risulti visibile dalla strada».

Nello sfogliare i vari atlanti non mancheranno certo neanche le clamorose esclusioni (sono da scoprire tavola dopo tavola) ma il vincolo per quei beni che hanno resistito all’operazione di pulizia resterà il vecchio: l’area tutelata sarà sempre di 150 metri. Secondo la giunta, le sforbiciate dovrebbero liberare diverse aeree ora interdette.

I tempi. Nell’attesa che sia caricata on line la relazione, sono chiari anche i tempi che aspettano il Pps. Entro la fine del mese sarà pubblicato integralmente sul Bollettino ufficiale della Regione. Da quel momento in poi ci saranno due mesi per presentare le osservazioni. L’entrata in vigore dovrebbe essere febbraio 2014, ma è evidente che fino ad allora non potrà essere un percorso netto.

di Umberto Aime
Fonte Articolo: lanuovasardegna

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