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Psicologia e Spiritualità

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«La strada per raggiungere la vera beatitudine, la strada che conduce al Cielo, è un cammino difficile da comprendere, perché va controcorrente». Papa Francesco lo sottolinea nell'omelia della messa concelebrata con il cardinale Agostino Vallini, vicario del pontefice per la diocesi di Roma, nel cimitero monumentale romano del Verano, in occasione della solennità di Ognissanti e in vista della commemorazione dei defunti che è inserita domani nel calendario liturgico.

Francesco

 

Il Papa riprende il discorso delle beatitudini contenuto nel brano del Vangelo secondo Matteo - «Beati in poveri in spirito perché di essi è il Regno dei Cieli» - per esortare ad avere «il cuore spogliato e libero da tante cose mondane». E commentando il passo «Beati gli afflitti, perché saranno consolati», Francesco osserva: «Chi nella vita non ha mai provato la tristezza, l'angustia, il dolore, non conoscerà mai la forza della consolazione. Felici, invece, possono essere quanti hanno la capacità di commuoversi, di sentire nel cuore il dolore che c'è nella loro vita e in quella degli altri: questi saranno felici».

 

Esclama poi il Papa, spiegando il passo «Beati i miti»: «Al contrario, quante volte noi siamo impazienti, nervosi, sempre pronti a lamentarci! Verso gli altri abbiamo tante pretese; ma quando toccano noi, reagiamo alzando la voce, come se fossimo i padroni del mondo, mentre in realtà siamo tutti figli di Dio. Pensiamo piuttosto a quelle mamme e quei papà che sono tanto pazienti con i figli, che li fanno 'impazzirè. Questa è la strada del Signore: la strada della mitezza e della pazienza». E ancora: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Coloro che hanno un forte senso della giustizia e non solo verso gli altri ma prima di tutto verso se stessi, saranno saziati perché sono pronti ad accogliere la giustizia più grande, quella che solo Dio può dare». E «beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Felici quelli che sanno perdonare, che hanno misericordia per gli altri, che non giudicano tutto e tutti, ma cercano di mettersi nei panni degli altri. Il perdono è la cosa di cui tutti abbiamo bisogno, nessuno escluso»

 

Prosegue il Papa nella sua omelia: «Beati gli operatori di pace! Guardiamo la faccia di quelli che vanno in giro a seminare zizzania: sono felici? Quelli che cercano sempre le occasioni per imbrogliare, per approfittare degli altri, sono felici? - si chiede Francesco - No, non possono essere felici. Invece quelli che ogni giorno, con pazienza, cercano di seminare pace, sono artigiani di pace, di riconciliazione, questi sì sono beati». Dunque, conclude il Papa, «questa è la via della santità ed è la stessa via della felicità. Chiediamo al Signore - è la sua esortazione finale - la grazia di essere persone semplici e umili, la grazia di saper piangere, la grazia di essere miti, la grazia di lavorare per la giustizia e per la pace e soprattutto la grazia di lasciarci perdonare da Dio, per diventare strumenti della sua misericordia».


FONTE ARTICOLO: http://www.ilmessaggero.it/

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