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- Pubblicato Martedì, 09 Luglio 2013 01:10
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La pratica dell’antica arte cinese si è dimostrata efficace nel mantenere in salute i muscoli e l’apparato cardiovascolare nelle persone adulte più anziane.
Non è mai troppo tardi per cominciare la pratica di quella specie di ginnastica per corpo e mente che prende il nome di Tai Chi. E se questo può essere utile per mantenere al meglio il complesso sistema muscolare e cardiocircolatorio, allora è bene non porre altro tempo in mezzo.
Il Tai Chi è una pratica adatta a tutti; anche a chi non può o non vuole fare troppi sforzi fisici. Promuove il benessere a più livelli e, secondo un nuovo studio, può aiutare a mantenere in salute muscoli e cuore. Nello specifico, si è scoperto che gli anziani che praticavano il Tai Chi godevano di una migliore contrazione ed espansione delle arterie, in seno al battito cardiaco (detta compliance arteriosa) e una maggiore forza muscolare – in particolare a livello delle gambe e delle ginocchia, spesso un punto debole e critico delle persone anziane.
I risultati dello studio che confermano ancora una volta i benefici derivanti dal praticare il Tai Chi è stato recentemente pubblicato nella versione online dell’European Journal of Preventive Cardiology. Qui si sottolinea come si ottenga un doppio beneficio: sia a livello muscolare in generale che a livello del “muscolo” cardiaco migliorando la funzionalità cardiovascolare, oltre ai già conosciuti benefici a livello mentale.
Lo studio ha visto il coinvolgimento di un gruppo di 69 anziani di Hong Kong, di cui 29 che già praticavano il Tai Chi da almeno tre anni e 36 che non l’avevano mai praticato, e che avrebbero fatto da gruppo di controllo.
I ricercatori del The Hong Kong Polytechnic University hanno sottoposto i partecipanti a tutta una serie di analisi cliniche per accertare lo stato di salute generale, lo stato dell’apparato cardiovascolare e altri parametri che offrissero un quadro preciso di salute in modo da poter verificare i reali effetti della pratica. In particolare si è posto l’accento sulla compliance arteriosa che si ritiene essere un fattore predittivo della salute cardiovascolare nei soggetti anziani.
Già dai primi risultati delle analisi si è scoperto che i soggetti dediti alla pratica del Tai Chi avevano ottenuto punteggi migliori in quasi tutte le osservazioni emodinamiche: tra queste la resistenza vascolare, la pressione del polso e la pressione arteriosa.
Altri dati hanno mostrato che nel gruppo Tai Chi vi era una maggiore conformità arteriosa generale e una maggiore forza muscolare media – in particolare negli estensori e flessori del ginocchio.
«La prova che l’allenamento forzoso potrebbe cambiare la compliance arteriosa nei soggetti di mezza età e anziani è ancora inafferrabile – specifica il dottor William Tsang nel comunicato della European Society of Cardiology – Tuttavia, questo è il primo studio a esaminare i possibili effetti del Tai Chi sulla compliance arteriosa, confrontando i praticanti anziani di Tai Chi con i non praticanti di simile età e livello di attività. Il miglioramento della compliance arteriosa potrebbe essere il risultato di una combinazione di allenamento aerobico, stretching, concentrazione mentale e meditazione durante il movimento del Tai Chi».
Fonte Articolo:La stampa
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- Pubblicato Lunedì, 08 Luglio 2013 16:13
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Gli Esseni li hanno definiti “specchi” e ci fanno ricordare che in ogni momento della nostra vita la nostra realtà interiore ci viene rispecchiata dalle azioni, dalle scelte e dal linguaggio di coloro che ci circondano.
IL 1° SPECCHIO ESSENO è quello della nostra presenza nel momento presente. Il mistero del Primo specchio è incentrato su cosa noi inviamo nel momento presente alle persone che ci stanno accanto.
IL 2° SPECCHIO ESSENO ha una qualità simile alla precedente ma è un po’ più sottile. Anziché riflettere ciò che siamo, ci rimanda ciò che noi giudichiamo nel momento presente. Se siete circondati da persone, i cui modelli di comportamento vi provocano frustrazione o scatenano la vostra rabbia o astio e se percepite che quei modelli non sono vostri in quel momento, allora chiedetevi: “Mi stanno mostrando me stesso nel presente?” Se potete onestamente rispondervi con un no c’è una buona probabilità che vi stiano invece mostrando ciò che voi giudicate nel momento presente.
IL 3° SPECCHIO ESSENO è uno degli specchi più facili da riconoscere, perché lo percepiamo ogni volta che ci troviamo alla presenza di un’altra persona, quando la guardiamo negli occhi, e in quel momento accade qualcosa di magico. Attraverso la saggezza del terzo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che, nella nostra innocenza, noi rinunciamo a delle grosse parti di noi stesi, per poter sopravvivere alle esperienze della vita.
IL 4° SPECCHIO ESSENO ci permette di osservare noi stessi in uno stato di dipendenza e compulsione. Attraverso la dipendenza e la compulsione, noi rinunciamo lentamente proprio alle cose a cui teniamo di più.
IL 5° SPECCHIO ESSENO ci mostra i nostri genitori nel corso della nostra interazione con loro. Attraverso questo specchio ci viene chiesto di ammettere la possibilità che le azioni dei nostri genitori verso di noi riflettano le nostre credenze e aspettative nei confronti di quello che potrebbe configurarsi come il più sacro rapporto che ci sia dato di conoscere sulla Terra e cioè il rapporto fra noi e la nostra Madre e il nostro Padre Celeste, vale a dire con l’aspetto maschile e femminile del nostro creatore, in qualunque modo lo concepiamo.
IL 6° SPECCHIO ESSENO ha un nome abbastanza infausto, infatti gli antichi lo chiamarono: l’Oscura notte dell’anima, attraverso la quale ci viene ricordato che la vita tende verso l’equilibrio, che la natura tende verso l’equilibrio e che ci vuole un essere estremamente magistrale per bilanciare quell’equilibrio. Nel momento in cui affrontiamo le più grandi sfide della vita possiamo star certi che esse divengono possibili solo dopo che abbiamo accumulato tutti gli strumenti che ci servono per superarle con grazia e con facilità, perché è quello il solo modo per superarle.
IL 7° SPECCHIO ESSENO, dalla prospettiva degli antichi, era il più sottile e, per alcuni versi, anche il più difficile. E’ lo specchio che ci chiede di ammettere la possibilità che ciascuna esperienza di vita, a prescindere dai suoi risultati, è di per sé perfetta e naturale. A parte il fatto che si riesca o meno a raggiungere gli alti traguardi che sono stati stabiliti per noi da altri, siamo invitati a guardare i nostri successi nella vita senza paragonarli a niente. [Breve trascrizione del videoseminario Camminare fra i mondi DI Gregg Braden]
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